Pagine di diario del ventennio (inventate ma non troppo)
Gli intellettuali
Giovanni Penna*,
professore di scienze al liceo classico ginnasio di Milano, iscritto al partito
comunista, rifiuta di prendere la tessera del partito fascista e perde la
cattedra. Per evitare il confino si auto esilia in Francia, dove riceve molti
attacchi da militanti del Partito Popolare Francese
*Personaggio inventato
28/02/37
Mentre andavo a scuola con la mia bicicletta mi fermo come
ogni mattina alla solita edicola e compro il giornale. Essendo in anticipo mi
fermo a leggerlo su una panchina e il titolo di un articolo mi fa rabbrividire:
‘’Nuovi fondi da parte dell’Italia al Partito Popolare’’. Ho chiuso il
giornale, non volevo leggere altro. Mi sento abbandonato, perché i fondi per il
partito popolare sono stanziati e quelli per il partito comunista no? Eppure i
militanti del partito popolare fanno attentati ad esiliati comunisti e
socialisti, noi che facciamo di male? In teoria il governo è contrario alle
azioni dei fascisti, ma ogni nostro appello alle forze dell’ordine viene
accolto con: - te lo dovevi aspettare-, ma dove stiamo andando a finire!?
Tralasciando ciò, il resto è andato bene: ho interrogato e avevano studiato,
sono tornato a casa e non c’era nessun messaggio intimidatorio davanti al
portone, sono andato a dormire e non ho sentito vetri rompersi o esplosioni.
01/03/37
Oggi solo una ruota bucata e il seggiolino della bici
scomparso, non è nulla rispetto al solito, mi sono fatto dare un passaggio dal
collega di francese che passava di lì. Poi ho spiegato i vulcani, una nostalgia
a parlare dello Stromboli dell’Etna e del Vesuvio che non si può spiegare…
Tornato a casa sempre con un passaggio ho portato nel pomeriggio la bici ad
aggiustare, mi hanno detto di passare domani mattina che la troverò pronta.
03/03/37
Ieri non ho scritto… stavolta non è stato un pugno, un
attacco a casa o alla bici, sono in ospedale. Senza un medico che passava
casualmente da quel marciapiede io oggi non sarei qui a scrivere. Mentre stavo
andando a prendere la bici una bottiglia di vetro in testa e un pugno nel setto
nasale… poi buio. Quel medico mi ha raccontato di avermi fatto il primo
soccorso e di avermi portato subito in ospedale, un angelo. Qui mi hanno messo
7 punti in testa e mi hanno ingessato il naso, il tutto mentre ero in un profondo
coma terminato da 20 minuti. Ora rimarrò per una settimana in ospedale, poi
ritornerò a scuola. Marc, il mio alunno
migliore, mi ha scritto una lettera di buona guarigione, ciò mi ha aiutato
molto perché il mio dolore non è fisico ma psicologico
Pietro Gismondi*,
nato a Torino nel 1900, appassionato di giornalismo, aderisce al fascismo e fa
carriera in radio
*Personaggio inventato
17 Novembre
1927
Oggi è un giorno storico: l’URI (unione radiofonica
italiana) non esiste più e nasce l’EIAR. Aspettavo questo momento da tempo: ora
tutto ciò che sarà trasmesso sarà sottoposto al controllo del regime e le
competenze saranno tutte del Ministero delle Poste. Spero che la radio possa
dare un contributo alla diffusione delle idee del fascismo: si sa che il Duce è
un po’ restio su queste cose, perché preferisce avere il contatto diretto con
la gente, ma io credo che quando capirà l’enorme potere che abbiamo in mano con
le trasmissioni ne sarà entusiasta! Io ovviamente credo di avere più di una
chance per entrare a farne parte, vista la mia fedeltà a Mussolini…ora non
resta che prepararmi per bene al colloquio…
13 Dicembre 1927
Ho appena finito di parlare con un dirigente… è fatta!
Da lunedì inizierò il mio nuovo lavoro. Non vedo l’ora. Sono certo di poter
dare il mio contributo per educare i giovani e per contribuire
all’organizzazione del tempo libero degli italiani
6 Giugno 1929
Da quanto tempo non scrivo più questo diario! Sono
stato troppo impegnato nel mio nuovo lavoro, che mi dà troppe soddisfazioni.
Oggi però voglio appuntare i miei pensieri, perché è stata una giornata
speciale. Ho incontrato di persona, qui a Torino, Giuseppe Eugenio Chiorino, il
famoso Baffo di gatto, adorato da tutti i bambini italiani. Si, durante una
pausa della registrazione del Gaio radio giornalino, l’ho incontrato nei
corridoi e ho fatto una chiacchierata. Brava persona, e soprattutto simpatica.
Lo apprezzavo molto per i suoi disegni sulla Domenica del Corriere e sulla
Domenica dei fanciulli, ma devo dire che è bravo anche come intrattenitore
19 aprile 1933
Da oggi la radio entra nelle scuole! Con tanta fatica
e impegno, abbiamo finalmente il nuovo apparecchio, il radiorurale, adornato ai
lati con due fasci littori fra spighe di grano. Grazie all’Ente radio rurale da
oggi ogni scuola avrà questo apparecchio ad un prezzo accessibile, solo 600
lire. E così tutti i giovani di ogni età potranno essere informati in qualsiasi
momento di ciò che succede e soprattutto ascoltare i discorsi del Duce in
diretta! Ecco il discorso inaugurale ““L’ ERR costituito dal governo fascista si propone di far giungere a
tutte le scuole l’eco degli avvenimenti più notevoli e delle creazioni più
geniali della vita nazionale. (…) Voi, fanciulli d’Italia… sentirete la
soddisfazione di servire l’Italia, di obbedire all’alto e sublime comando del
Re e del Duce “.
22/3/1934
Molto
bene. La trasmissione che io ho fortemente voluto, “L’Ora dell’agricoltore”, va
avanti a gonfie vele. I contadini hanno una grande importanza per l’Italia! E’
giusto che siano messi al centro della vita della Nazione. Ormai i personaggi
di Menico, Timoteo e Dorotea sono entrati in tutte le case. Molto simpatici,
davvero!
15/5/1936
Oggi
sono andato nella fabbrica dove lavora il figlio di un parente di mia moglie
mentre c’era la trasmissione “I dieci minuti del lavoratore”, per vedere come
vivono questo momento gli operai. Devo dire che si sente che non vedono l’ora
che la rubrica cominci, per essere informati sulla vera realtà delle cose. Gli
operai hanno bisogno di sapere la verità, in modo da essere incoraggiati nel
loro prezioso lavoro, e non dar retta a chi rema contro, parlando di crisi
economiche, di sanzioni dovute alla guerra in Etiopia, ecc. L’Italia è un
grande paese, e grazie al lavoro di tutti i cittadini onesti lo diventerà
ancora di più!
27 Dicembre 1939
Sono proprio soddisfatto. Oggi le due ore dedicate
alle “Voci dalla Germania” hanno avuto molto successo. Sonco certo che questa
trasmissione rinforzerà nei giovani l’idea di Patria e il legame indissolubile
con la Germania
Alessandro
Blasetti*,
nato a Roma nel 1900, è stato uno dei miglior registi del ventennio, il più
importante del cinema di propaganda fascista
*personaggio storico
*personaggio storico
24/5/1928
Il mio film Sole non è andato bene. E’ piaciuto molto
a Mussolini, anche perché nel film ho fatto vedere l’importanza dell’opera di
bonifica da lui condotta, ma la gente non lo va a vedere. D’altra parte, si sa
che il cinema italiano è in crisi. Ma io non mollo, il cinema è la mia vita, e
di cinema mi occuperò per sempre.
17/4/1934
Il film 1860 è ormai
nelle sale da un mese. La critica ne parla bene ma gli spettatori sono meno di
quanto mi aspettassi. C’è ancora molto da fare, la gente deve essere educata al
cinema. Vogliono sempre vedere eroi, storie inverosimili, non capiscono che il
protagonista della storia è il popolo, e che è il popolo che renderà grande la
nazione se farà le scelte giuste, come hanno fatto i Mille nella grande lotta
per unificare l’Italia!
8/9/1934
Sono proprio soddisfatto.
La mia carriera sta andando benissimo, sono davvero fiero di me stesso. I mei
film piacciono a Mussolini: oggi per me è stato un onore e un grande piacere quando
l’ho visto entrare sul set per vedere come procedeva il film. Era già venuto
altre volte ma stamattina è stato speciale, perché dentro di me ho sentito una grande
soddisfazione. Il film uscirà a breve e sono certo che stavolta avrà un grande
successo di pubblico. D’altra parte L’Impiegata di papà è una bella storia
d’amore, ed è un rifacimento di un film tedesco di successo, quindi vado sul
sicuro!
12/3/1935
E’ già un mese che il mio
film Vecchia guardia è in programmazione. Il film va bene, ma la cosa che mi
dispiace è l’accoglienza tiepida dei giornalisti, in particolare di Luigi
Freddi. Dicono che ho esaltato troppo le scene di violenza dei componenti dei
fasci, ma io ho voluto solo rappresentare la realtà. Dicono però che Mussolini
lo abbia guardato da solo a Villa Torlonia e abbia pianto: sarà vero? Questo un
po’ mi consola. E comunque resta il fatto che il film, uscito in Germania col
titolo Mario, è piaciuto tanto al Fuhrer, che ha invitato il giovane attore Franco
Brambilla a Berlino e gli ha regalato una sua foto autografata!
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