Il coronavirus, la scuola e noi
Ormai
la mia scuola è diventata questo angolo della mia stanza. Ma non è
assolutamente la stessa cosa: mi mancano i mei compagni, anche quelli che a
volte mi sembravano insopportabili; mi mancano i professori con i loro
consigli, la loro pazienza e anche quando la perdono, la pazienza. Io spero che
questo periodo finisca al più presto possibile, anche perché fare una video
chiamata con i propri amici o una video lezione non potrà mai sostituire la
bellezza del contatto umano, pieno di emozioni, sguardi e sorrisi. Speriamo che
vada tutto bene, si dice, ma con tutto questo dolore che migliaia di persone
stanno vivendo non si potrà mai dire che tutto è andato bene. Quindi, speriamo
che la tragedia si interrompa al più presto ma è certo che quest’esperienza non
la potremo mai dimenticare e la nostra vita non potrà mai più essere come
quella di prima. Spero che apprezzeremo di più tutte le piccole cose che la
vita ci offre, che godremo appieno di tutto quello che succederà e che anche le
cose banali – un bacio, una carezza, un abbraccio- o semplicemente il poter
uscire per andare a scuola ci sembreranno cose meravigliose. E apprezzeremo,
forse, gli unici valori che hanno veramente importanza, come la salute e la
libertà: se possediamo questi, tutto il resto ci sembrerà superfluo, perché la
vera ricchezza è questa, essere liberi e sani: (Ilaria)
Dal cinque marzo siamo a casa.
Speravamo per un paio di settimane, magari abbiamo pure esultato un po’ dentro
di noi per l’inaspettata vacanza. Ora più passa il tempo e più mi rendo conto
che stiamo vivendo una grande tragedia, qualcosa che non si era mai vista
prima, un incubo senza fine. Adesso sì che i social stanno svolgendo una delle
loro funzioni primarie: tenerci in contatto con le persone lontane. Prima anche
se si stava in compagnia di amici o familiari si stava incollati a uno schermo
ignorando completamente gli altri, ora quello schermo spesso è necessario per
mantenere i contatti con amici e parenti. E a cercare di far trascorrere il
tempo. Certo, a stare continuamente in casa ci si annoia, ma questa, oltre che
un’emergenza, è anche un’occasione per stare in famiglia, godere della
compagnia dei propri cari, magari dare qualche attenzione in più ai propri
amici a quattro zampe, che prima venivano ignorati perché troppo occupati. Poi
in casa si possono fare tante cose: per esempio leggere, scrivere qualcosa,
disegnare ecc. Sui social si vedono molte persone che in questo periodo si
stanno dilettando nel cucinare, che è anche un ottimo modo per svagarsi e
staccare un po' la spina. Ovviamente a me, e penso anche ad altre persone,
manca uscire e stare in compagnia dei propri amici, stare un po' all’aria
aperta ecc. Però ora dobbiamo seguire le regole che ci dà il governo e non è
una questione da prendere alla leggera: no al panico, ma tanta consapevolezza
della serietà della situazione. Il mio timore è principalmente per mia madre,
perché ogni giorno deve andare al lavoro e stando a contatto con la gente i
rischi aumentano. Queste giornate alla fine non sono poi così noiose: sto con
mio fratello, che prima vedevo molto poco, tengo impegnata la mente con lo
studio, leggendo e disegnando, guardando serie TV. Credo che riusciremo a
trovare una cura per il corona virus, bisogna soltanto avere pazienza e
confidare nella scienza. (Francesca)
In questi giorni intensi, spesi
nella solitudine di casa ad ascoltare storie e polemiche quello che mi ha
colpito di più è il pensiero dei medici e degli infermieri che ogni giorno
lottano correndo tanti rischi: non è facile, è quasi non umano quello che riescono
a fare questi infermieri e operatori sanitari, ma lo fanno per il bene di tutta
la nazione (Roberta)
La cosa che mi colpisce di più in
tutti queste giornate trascorse a casa sono i numeri. Sì, i numeri. Non ci
capisco molto, leggo i guariti, vedo che sono più di 5000 e un po’ mi
tranquillizzo, ma poi guardo i deceduti e i positivi e sento un brivido in
tutto il corpo. Non pensavo mai che potessimo arrivare a questi numeri…io spero
che presto si trovi il vaccino per questo maledetto virus (Emanuele)
L’immagine che mi ha colpito di più
in questo brutto periodo è quella di questa infermiera, crollata dopo un turno
di lavoro. E mi sento un po’ arrabbiato con chi non si vuole mettere in testa
che bisogna seguire le regole alla lettera. E mi viene da pensare: tu
che sei tornato da Milano per vedere i parenti, tu che non corri mai e in
questo periodo sei un podista, tu che non hai mai avuto voglia di portar fuori
il cane e oggi lo porti anche se non c’è il bisogno fisiologico, tu che vai a
fare la spesa ogni giorno, u che non vai al supermercato più vicino perché non
ci sono i nutella biscuits, guardando questa foto come ti senti? (Pietro)
Cari
ragazzi, mi mancate tanto. Vi siete accorti anche voi che la scuola è vita e
strumento di crescita. La lotta
quotidiana con le vostre “dimenticanze”, le delusioni e le soddisfazioni, la
fatica, gli errori e gli aggiustamenti, i sorrisi, le battute, qualche lacrima
e molte gioie sono sempre stati un toccasana per m e per i miei dolori, privati
e pubblici. In questo periodo riempito da lavori a distanza e da ore spese a
cercare i vostri sorrisi o i vostri occhi dietro lo schermo di un computer, con
gli occhi che bruciano, chissà cosa darei per poter di nuovo stemperare con una
battuta la fatica di crescere e imparare assieme a voi. (La
prof)
È vero Giovanna, ci mancano tanto i nostri ragazzi e il piacere di entrare in classe
RispondiEliminaCari ragazzi e cara Giovanna mi avete commosso con questo bellissimo lavoro.
RispondiEliminaÈ la mia prima esperienza nell'insegnamento ma in realtà continuo ad imparare.
Ho avuto la fortuna di incontrare una classe chiassosa che mi ha insegnato ad osservare i ragazzi da diversi punti di vista, ma sopratutto con voi ho smesso di correre ed ho imparato ad ascoltare oltre le parole.
Mi mancate molto ragazzi e mi manca molto anche la Prof. Giovanna con lei non si smette mai di cercare la parte migliore di noi, uno dei regali più belli che si possa ricevere.
Grazie prof, ci mancate anche voi ❤️
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