Intervista immaginaria a... Francesco Crispi
Ciao a tutti, quest’oggi ho la splendida occasione di fare
un’intervista a Francesco Crispi, famoso uomo politico della sinistra storica.
Di lui si sanno tante cose a livello della sua azione politica, ma a me è
sempre rimasta la curiosità di conoscere qualcosa dipiù, in quanto è un uomo
dalla personalità complessa. Speriamo di riuscirci! COMINCIAMO!!!
-Buongiorno
onorevole Crispi, ha un po’ di tempo da dedicarmi? Vorrei intervistarla.
-Si, certo, faccia pure.
-
Perfetto,
per cominciare mi può raccontare qualcosa di particolare sulla sua vita?
Per cominciare, sono siciliano, sono nato nella provincia di
Agrigento. Mio padre si chiamava Tommaso, era un commerciante ed è stato
sindaco del mio paese per due volte! Quindi diciamo che io la politica ce
l’avevo un po’ nel sangue… Inoltre, sono stato battezzato con rito ortodosso,
perché mio nonno, il padre di mio padre era un prete della chiesa ortodossa
italo-greca. Mio zio era vescovo di un seminario greco-albanese. In questo
seminario poi io ho studiato. Da bambino ero molto allegro, e mi piaceva tanto
giocare con i miei amici in giro per il paese.
Mi sono sposato giovane, all’età di diciannove anni, con una donna di
nome Rosa, e ho avuto due figli: Ma purtroppo la vita è stata molto dura con
me: infatti mia moglie e i miei figli molto presto sono venuti a mancare, ed è stato
un dolore tremendo per me. I seguito però mi sono risposato
Poi ho iniziato a studiare all’Università di Palermo e mi
sono laureato in Giurisprudenza. Ho fondato anche un giornale e poi sono andato
ad insegnare a Napoli. Qui ho incominciato ad interessarmi di politica e a
partecipare ai moti rivoluzionari…ma questo lo avrai studiato a scuola…Saprai
anche che ho ideato la spedizione dei
mille, ma la mia idea era di unificare l’Italia sotto una monarchia. Poi da
ministro e da presidente del consiglio dicono che sono stato molto autoritario,
ma non so . Sai anche che sono stato favorevole ad un alleanza con Germania e
Austria nota come Triplice alleanza.
-
Se potesse
tornare indietro cambierebbe qualcosa delle sue scelte?
No, non cambierei nulla. Sicuramente avrò fatto qualche
errore, ma ho agito sempre in buona fede e per il bene del mio paese. Quando ho
preso qualche decisione, ci sono state delle motivazioni secondo me valide alla
base
-
Quindi è
soddisfatto di tutto quello che ha fatto nel corso della sua vita e di come
sono andate le cose?
Si, sono abbastanza soddisfatto. Penso di avere contribuito
non solo all’unificazione d’Italia, ma anche al suo sviluppo. Avrei voluto che
ci fossero meno disordini durante il mio governo, ma purtroppo la situazione non
era facile
-
Sappiamo
che lei è stato fra gli ideatori della spedizione dei mille; ci può raccontare
come le venne l’idea o qualche episodio curioso sulla preparazione della
spedizione?
La spedizione dei mille è l’episodio decisivo del
risorgimento. Io l’ho organizzata, insieme a Garibaldi e ai suoi uomini perché
in tutta la mia vita non avevo sognato altro che di vedere la mia Patria unita.
-
Le sue idee
si ispiravano a Mazzini, ma sappiamo che a un certo punto ci fu una rottura… ci
può spiegare meglio cosa accadde?
Si, tutto iniziò dopo un mio intervento alla camera nel 1864,
ricordo una frase che ho detto “la monarchia ci unisce, la repubblica ci
dividerebbe”. Credo infatti che per l’Italia ci voleva uno stato forte, guidato
da un re, ma Mazzini aveva sempre sognato la democrazia, e questa idea ci
divise; insomma io volevo la monarchia e lui no e con questo si concluse la
nostra amicizia…
-Infine lei
è ricordato per aver autorizzato la polizia a reprimere con violenza le rivolte
dei lavoratori. Ci può spiegare perché fece questa scelta?
Non fu una scelta facile, ma a quei tempi la situazione era
veramente insostenibile: ogni giorno c’erano rivolte e disordini. Il governo
del mio predecessore, che era stato Giolitti, era caduto proprio perché non era
riuscito a risolvere questi problemi. Quindi io quando tornai ad essere
nominato primo ministro, pensai che l’unica soluzione era far finire con la
forza questi episodi, perché l’Italia aveva bisogno di lavorare, di produrre e
di rafforzarsi, e in quelle condizioni si poteva solo peggiorare
-
La
ringrazio per la disponibilità! Sicuramente ci sono tante altre cose che vorrei
chiederle, sia sulla sua a zione politica che sulla sua vita privata, ma non
voglio approfittare oltre della sua pazienza. Grazie ancora!Grazie a lei… arrivederci!
Giornalista: Chara
Crispi:Natale
Giornalista: Chara
Crispi:Natale
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