Pagine di diario del ventennio (inventate ma non troppo)
1.
I giovani
Gaetano Arturo* nato il 9 marzo 1918 a Napoli.
*personaggio inventato
27 febbraio 1926
Ehi come va? Io sto alla grande! Oggi a scuola abbiamo fatto
un problema di matematica e io sono stato il primo a finirlo. Il problema veramente
era facile, non capisco perché gli altri ci hanno messo tanto. Diceva così: “Aprilia
e Guidonia vengano unite con una bella strada. Il giorno della inaugurazione ci
passarono 75 automobili: se ognuna di loro gettò 12 bigliettini con scritto W
il duce, quanti biglietti furono gettati?”. E’ stato bello, il maestro mi ha
lodato perché era giusto e poi i miei compagni mi hanno applaudito. Bel momento
di gloria.
28 febbraio 1926
Ciao... oggi non sono felice come ieri... Io e il mio
migliore amico Giuseppe abbiamo litigato per una stupidaggine. Un nostro
compagno che mi odia ha detto che io ho rotto la sua giubba di proposito, anche
se non è vero... Spero di sistemare la situazione, non voglio che sia
arrabbiato con me, è come un fratello, ci conosciamo da una vita.
2 marzo 1926
Oggi sono super felice. Ho fatto pace con Giuseppe. Ha
capito che non sono stato io a rompere la sua divisa, e se anche lo avessi
fatto non lo avrei mai fatto di proposito. Oggi siamo usciti a giocare e ci
siamo divertiti molto, abbiamo fatto finta di essere in guerra, non vedo l’ora
di andarci per davvero!
7 marzo 1930
Oggi io e papà siamo usciti per comprare alcuni addobbi per
la festa per il mio compleanno, che si terrà in giardino, sul retro della casa.
Non vedo l’ora di fare 12 anni per passare da escursionista a moschettiere.
Adesso vado, la mamma mi sta chiamando per cenare.
9 marzo 1930
Mamma mia, sono stanchissimo! Mi sono divertito tantissimo
alla festa, sono venuti tutti: i miei amici, i nonni, gli zii, i cugini... Ho
ricevuto tantissimi bei regali. Il mio preferito è stato l’aereoplanino che il
nonno ha fatto con il legno per me. Inoltre mi ha dato degli acquarelli per
dipingerlo come voglio. Non vedo l’ora che arrivi il 24 maggio per la
cerimonia, voglio passare di grado!
25 maggio 1930
E’ davvero tardi, penso sia mezzanotte passata. Mamma mi ha
detto di dormire, ma prima volevo scrivere. Oggi è stato un giorno bellissimo.
C’erano balilla e piccole italiane che facevano delle esibizioni fantastiche.
Dopo che si sono esibiti e il Duce ha fatto il suo discorso ci hanno dato le
tessere del P.N.F., poi abbiamo giurato tutti di dare fedeltà al Duce dicendo “Giuro di
seguire senza discutere gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze
e, se è necessario, col mio sangue la causa della Rivoluzione Fascista”. Io sono stato il settimo a giurare.
Dopo la cerimonia siamo andati a mangiare fuori con tutta la mia famiglia. Non
vedo l’ora di far parte dell’esercito. Buona notte.
26 marzo 1936
Sono passati anni da quando non scrivevo su questo piccolo
diario. L’ho ritrovato mentre guardavo la roba da buttare nella mia stanza...
visto che sto facendo le valigie per andare via... finalmente il mio sogno che
avevo fin da piccolo, di entrare nell’esercito, si è avverato. Ricordo che
quando ero piccolo mi piaceva molto scriverci sopra, per me era uno sfogo, un
ritaglio di tempo della giornata che dedicavo a scrivere i miei pensieri sia
quelli felici che quelli tristi. Sfogliando le pagine noto che ci sono in
maggioranza solo momenti felici e sono contento di questo, ho avuto proprio una
bella infanzia. Mentre leggevo i momenti passati mi sono messo a sorridere
inconsapevolmente, leggendo magari quella volta in cui ruppi il vaso di
orchidee che la mamma adorava tanto, ci stetti male per due settimane anche se
la mamma mi aveva detto che non faceva niente e ne avrebbe comprato uno nuovo.
Oppure quella volta che mi volevo dichiarare a una mia compagna ma non ne ebbi
il coraggio, e quando ci provai feci solo una brutta figura, ma mi passò
subito. Adesso vado, questa sarà l’ultima volta che scriverò qua sopra, non so
perché io abbia scritto questa pagina ma ne sentivo il bisogno, è come se
avessi dato l’addio definitivo alla mia infanzia.
Edoardo
Incanti*, nato l’otto gennaio del 1923 a Roma
9
novembre 1930
Oggi a scuola dovevamo
iniziare a provare per la coreografia del sabato fascista che si terrà fra un
mese esatto, solo che due miei compagni hanno iniziato a litigare, ingaggiando
un vero e proprio duello, dunque il maestro si è arrabbiato e ci ha riportato
in classe. A loro, per punizione, li ha
messi dietro la lavagna inginocchiati sui ceci, ci sono restati quasi per
un’oretta, e dopo gli ha dato cinque bacchettate sulle mani. Io in quel momento
ero molto contento ma allo stesso tempo triste e arrabbiato perché per colpa
loro siamo dovuti restare nell’aula a studiare.
10
novembre 1930
Questa mattina, per
fortuna, siamo riusciti a provare la coreografia. E’ abbastanza difficile
perché ci hanno divisi in due gruppi, dove bisogna fare delle cose in modo
alternato, come ad esempio un gruppo è alzato e marcia sul posto, e allo stesso
momento l’altro sta seduto a terra a muovere la testa. Quindi dobbiamo riuscire
a non confonderci e a non fare mosse diverse da quelle stabilite.
13
dicembre 1930
Ieri pomeriggio ero
felice, perché il mio gruppo si doveva esibire durante il sabato fascista con la
coreografia che avevamo preparato per un mese intero. Eravamo tutti molto
ansiosi, avevamo paura che qualcuno avrebbe sbagliato e di conseguenza potesse rovinare
tutto il lavoro fatto prima. Però nonostante le paranoie e le ansie, siamo
riusciti ad essere coordinati e a non sbagliare. Sono molto contento, tutti mi
hanno fatto i complimenti. E’ stata una delle giornate più belle della mia
vita.
20
dicembre 1930
Oggi è stata una giornata
non molto bella, sono andato a scuola, e ho chiesto al maestro se potevamo
andare fuori a giocare alla guerra con i fucili di legno, quelli che vedevo
usare ai balilla quando simulavano una battaglia, solo che ha detto che ancora
non potevamo perché eravamo piccoli. Così ero molto arrabbiato, perché non era
giusto che loro potevano giocare e noi no.
8
gennaio 1931
Oggi è il mio compleanno,
compio 8 anni, sono molto felice ed emozionato perché fra una settimana
diventerò un balilla. Non vedo l’ora, non esiste cosa più bella di iniziare a
prepararsi per andare in guerra, è il mio sogno da sempre. Pomeriggio sono
andato in piazza dove mi aspettavano i miei amici e abbiamo giocato a
nascondino, ma un po' diverso dal solito, poiché al posto di fare tana si
sparava a chi veniva trovato con delle noccioline, e lui doveva restare fermo a
terra.
15
gennaio 1931
Sono nel letto, non
riesco a dormire, ho le farfalle nello stomaco, sono molto eccitato e felice
per domani pomeriggio. Ci sarà la solita manifestazione del sabato, ma con una
cosa diversa, i Figli della Lupa faranno un passo avanti e diventeranno
Balilla. Era da molto che attendevo questo giorno, volevo sentirmi grande,
importante, volevo diventare come i miei amici già Balilla, volevo avere la
loro stessa divisa, e soprattutto volevo iniziare a prepararmi per andare in
guerra.
16
gennaio 1931
Non ci credo, non è
possibile, sono diventato un Balilla. Sono veramente molto allegro e molto
emozionato, ancora non riesco a crederci. E’ una sensazione che non riesco a
descrivere, riesco solo a dire dentro di me “sono diventato finalmente un
balilla”. Vorrei continuare a scriverti ma devo aiutare papà a togliere la neve
dal vicolo per arrivare a casa.
20
settembre 1941
E’ passato tanto tempo
dall’ultima volta che ti ho scritto. Tante cose sono cambiate nella mia vita e
nel mio paese. L’Italia è in guerra e io ora sono un giovane universitario.
Ovviamente sono iscritto ai GUF, Gruppi universitari fascisti. In questo modo,
oltre a proseguire i miei studi, posso curare anche la mia preparazione
militare, per servire, se sarà necessario, la Patria. Inoltre nei Gruppi potrò
anche partecipare ad attività culturali sportive che continuamente vengono
organizzate. Non penso di scriverti ancora, perché sarò troppo impegnato. Ma ti
prometto che quando sarò in difficoltà o quando sarò pieno di pensieri, ti
scriverò e ti racconterò tutto, riempirò tutte le tue pagine con le mie
sensazioni, le mie ansie, le mie paure, le mie vittorie, le mie soddisfazioni e
qualunque altra cosa, per avere un peso in meno.
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